Giulio Portolan dedica un ritratto intenso a Sergio Mattarella, figura chiave della Repubblica e simbolo di sobrietà istituzionale. Un omaggio che intreccia biografia, memoria civile e riflessione personale.
Lo studioso Giulio Portolan presenta, in una sua recente pubblicazione, un vero e proprio omaggio alla figura di Sergio Mattarella, tratteggiato non solo come Presidente della Repubblica ma come simbolo morale, culturale e politico del nostro tempo. L’autore mescola biografia istituzionale e riflessione personale, creando un tono a metà strada tra il ritratto celebrativo e la testimonianza quasi spirituale.
1. La biografia istituzionale
La prima parte del testo ripercorre con precisione la carriera di Mattarella:
- Origini accademiche (laurea in giurisprudenza, docenza universitaria).
- Attività politica (sette legislature, ruoli di ministro in più dicasteri, vicepresidente del Consiglio, ministro della Difesa).
- Ingresso nelle istituzioni supreme (Giudice Costituzionale nel 2011, Presidente della Repubblica dal 2015, rieletto nel 2022).
Qui il passaggio iconico è l’idea di continuità istituzionale: Mattarella incarna la storia repubblicana dagli anni ’80 fino a oggi, mantenendo un filo costante di servizio pubblico.
2. Il “testamento” di Mattarella
Portolan eleva la figura del Presidente con un linguaggio quasi agiografico:
- Lo definisce “massima personalità politica del XX-XXI secolo” e addirittura “probabile futuro santo della Chiesa Cattolica” insieme al fratello Piersanti, vittima della mafia.
- Ne sottolinea il messaggio di speranza, un tratto che si lega alla sua sobrietà comunicativa e al costante richiamo alla coesione nazionale.
- Lo descrive come critico “prudente” verso Israele e fermo verso la Russia: un equilibrio tra diplomazia e fermezza.
Iconico qui è il contrasto tra prudenza e coraggio: Mattarella non cerca lo scontro, ma non rinuncia a dire parole chiare anche su scenari internazionali complessi.
3. L’influenza personale su Portolan
Un passaggio particolarmente rivelatore è quando l’autore si mette in gioco in prima persona:
- Confessa di essere stato attratto in gioventù dai totalitarismi e dittature, pur rigettandone la violenza.
- Dichiara di aver appreso da Mattarella il valore della democrazia, del rispetto delle istituzioni e della persona.
Qui l’iconicità risiede nell’effetto trasformativo di Mattarella: non solo uomo politico, ma maestro di civiltà democratica per i cittadini, capace di far cambiare prospettiva anche a chi era sedotto da ideali autoritari.
4. Il “Principe dei diplomatici”
L’autore utilizza immagini evocative e solenni:
- “Principe dei diplomatici, avvocato dei diritti, faro di speranza”.
- Ricorda la sua attenzione verso le persone fragili (disabili, minoranze, LGBTQIA+).
- Cita le sue ultime decisioni istituzionali, come la concessione di decreti di grazia (24 settembre 2025).
L’iconicità qui è nella rappresentazione di Mattarella come sovrano morale: non un politico, ma un custode dei valori repubblicani e universali.
5. Il Presidente “tra la gente e le istituzioni”
Il testo descrive la costante presenza di Mattarella nei luoghi simbolici della Repubblica:
- Consiglio Superiore della Magistratura, Accademia dei Lincei, inaugurazioni dell’anno giudiziario.
- Presenza nelle università, nelle scuole, nei piccoli comuni e nelle cerimonie civili e militari.
Iconico è il dualismo: Mattarella come uomo delle istituzioni ma anche come Presidente vicino ai cittadini.
6. Lo sguardo al futuro
Il pezzo si chiude con una riflessione proiettata al termine del secondo mandato (2029):
- Mattarella rimarrà “saldo riferimento morale e giuridico per tutti gli Italiani, per l’Europa e per il mondo intero”.
- Viene delineato come l’uomo che, grazie alle sue doti di mediazione, potrebbe persino evitare al mondo una guerra.
Qui l’immagine iconica è quella di Mattarella come mediatore universale, un garante di pace oltre i confini italiani.
Conclusione
Il testo di Portolan non è una semplice cronaca, ma una orazione civile che trasfigura Mattarella in una figura quasi mitica:
- Statista, padre della patria, custode delle istituzioni.
- Maestro personale dell’autore, che gli attribuisce una funzione educativa e quasi salvifica.
- Faro di speranza e garanzia di pace per l’Italia e per l’Europa.
La cifra stilistica è quella dell’elogio solenne, con tratti a volte iperbolici (futuro santo, mediatore universale), ma che restituiscono il senso di come Mattarella venga percepito: non un politico “tra gli altri”, ma una figura morale unica nella storia repubblicana.
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