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venerdì 23 marzo 2018

Apre museo MarteS, in mostra i grandi maestri veneziani e non solo

Frutto collezione di Luciano Sorlini, 14 sale con 180 opere

Giandomenico Tiepolo_Cristo e la samaritana
Giandomenico Tiepolo Cristo e la samaritana


La Madonna in rosso di Giovanni Bellini e le Storie di Giuseppe ebreo di Gianantonio Guardi, ma anche Bramantino, Callisto Piazza, Giambattista e Giandomenico Tiepolo, Canaletto, Sebastiano Ricci, Pietro Longhi, Jacopo Palma il Vecchio e Giacomo Ceruti. Apre il 31 marzo il MarteS - Museo d'arte Sorlini di Calvagese della Riviera (frazione di Carzago) nel entroterra del lago di Garda. Ben 154 dipinti frutto di cinquant'anni di appassionate ricerche dell'imprenditore bresciano Luciano Sorlini (1925-2015) che si affiancano a un'altra trentina di opere di proprietà degli eredi, per oltre 180 dipinti, dalle tavole in oro trecentesche alle grandi tele dei maestri del Settecento veneziano. Il museo (www.museomartes.com) è ospitato nel palazzo seicentesco residenza di Luciano Sorlini e ora sede della Fondazione che ne porta il nome.

Un "assaggio" di questi dipinti fu già protagonista nel 2005 della mostra "Da Bellini a Tiepolo" ospitata al Museo Correr di Venezia, ma ora la collezione, iniziata dal "Signor Luciano" (come veniva chiamato da tutti) per completare gli arredi delle sue residenze - prima fra tutti il palazzo veneziano sul Canal Grande detto "Grimani dall'Albero d'oro" in Campo San Polo - è al gran completo in 14 sale espositive per una superficie complessiva di 1.000 metri quadri.

Oltre ai grandi nomi - Tiepolo, Ricci, Guardi, Canaletto, Rosalba Carriera - sono rappresentati i pittori non così noti, ma fondamentali per la comprensione complessiva delle arti figurative della Serenissima. Sorlini sosteneva infatti che con i soldi necessari per un Canaletto mediocre preferiva di gran lunga portarsi a casa capolavori di artisti meno contesi dal mercato, ma certamente più appaganti.

Dopo la grande passione per la pittura veneziana del XVIII secolo, Sorlini puntò anche su una serie di dipinti non veneziani. E' il caso dei due fondi oro, uno del trecentesco Maestro di Panzano, l'altro di Gherardo Starnina (attivo a Firenze tra il 1387 e il 1409). C'è poi la tavola del pittore ferrarese del Cinquecento Ludovico Mazzolino (già Collezione Costabili) raffigurante la Sacra Famiglia con i Santi Sebastiano e Rocco, la Giuditta con testa di Oloferne del forlivese Marco Palmezzano (1459-1539) e il capolavoro di Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto (1698-1767) raffigurante la Vecchia contadina (già Collezione Monti della Corte). Eccezionali i recuperi del polittico di Callisto Piazza da Lodi (1500-1561) raffigurante la Natività e Santi proveniente dalla Chiesa bresciana dei Santi Simone e Giuda Taddeo e delle portelle d'organo di Carletto Caliari (1470-1596) provenienti dalla Chiesa veneziana di San Nicola dei Mendicoli, oggi collocate sulla parete dello Scalone d'ingresso al MarteS.

Fonte: ANSA

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