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martedì 25 marzo 2025

Irlanda:i dazi di Trump farebbero perdere 80mila posti di lavoro

 


Impatti di una guerra commerciale: recessione e perdita di posti di lavoro

L'Irlanda rischia una pesante recessione economica nel caso in cui si concretizzi una guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea. Le proiezioni del Governo irlandese e dell'Economic and Social Research Institute (Esri) stimano che l'introduzione di dazi del 25% da parte degli Stati Uniti, accompagnata da misure di ritorsione dell'UE, potrebbe determinare una contrazione del PIL fino al -3,7% nei prossimi 5-7 anni. 

Le conseguenze potrebbero essere drammatiche: tra 50.000 e 80.000 posti di lavoro andrebbero persi, con danni economici stimati in 18,4 miliardi di euro. Inoltre, la fiducia delle multinazionali potrebbe crollare, spingendole ad abbandonare l'Irlanda dopo oltre trent'anni di collaborazione proficua.

Le minacce di Trump e il rischio per le multinazionali

L'ex presidente statunitense Donald Trump ha più volte dichiarato di voler riportare tasse e posti di lavoro negli Stati Uniti. Durante il recente incontro alla Casa Bianca con il primo ministro irlandese Micheál Martin, Trump ha accusato Dublino di aver attratto aziende americane grazie a politiche fiscali vantaggiose. "Gli Stati Uniti non si faranno più maltrattare sul commercio", ha affermato, puntando il dito soprattutto contro le aziende farmaceutiche statunitensi operanti in Irlanda, tra cui Pfizer ed Eli Lilly.

Anche il segretario al Commercio dell'amministrazione Trump, Howard Lutnick, ha attaccato l'Irlanda, definendo il suo regime fiscale una vera e propria "truffa". In questo scenario, le politiche protezionistiche americane potrebbero indurre numerose multinazionali a trasferirsi oltreoceano, aggravando ulteriormente la crisi economica del paese.

I settori più a rischio

L'impatto di una guerra commerciale totale sarebbe devastante per alcuni settori chiave dell'economia irlandese. Tra quelli più esposti vi sono:

  • Farmaceutico e dispositivi sanitari: un comparto fortemente legato agli investimenti delle multinazionali americane.

  • Tecnologia e digitale: le grandi aziende di Big Tech situate nelle Docklands di Dublino potrebbero ridurre la loro presenza nel paese.

  • Industria alimentare e delle bevande: l'export irlandese di alcolici verso gli Stati Uniti supera gli 800 milioni di euro all'anno, con il whisky che rappresenta più della metà di questo valore.

Una crisi in questi settori metterebbe a rischio la stabilità economica dell'Irlanda, compromettendo la sua posizione come hub strategico per le imprese internazionali.

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