L’idea di un Canada integrato nell’Unione Europea potrebbe sembrare insolita e persino improbabile, ma il tema sta guadagnando sempre più attenzione, specialmente dopo la rielezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Sebbene un’adesione formale sia praticamente impossibile per motivi geografici e normativi, ci sono numerosi elementi che rendono il Canada un partner ideale per l’Europa: la solidità della sua democrazia, i profondi legami culturali, e la disponibilità di risorse naturali come minerali ed energia, di cui l’UE è carente. Inoltre, con l’attuale tensione tra Ottawa e Washington, un maggiore allineamento con l’Europa potrebbe rappresentare un’opportunità strategica per il Canada, che cerca di ridurre la propria dipendenza da un vicino sempre più protezionista.
Il sostegno dell’opinione pubblica
L’interesse per un legame più stretto tra Canada ed Europa è stato rafforzato da un’analisi pubblicata dall’Economist all’inizio dell’anno. A febbraio, un sondaggio condotto da Abacus Data ha rivelato che il 68% dei canadesi ha un’opinione positiva dell’UE e che il 52% la considera il partner più importante per il futuro del Paese. Ancora più sorprendente, il 44% degli intervistati si è espresso a favore di un’ipotetica adesione del Canada all’Unione, mentre solo il 34% si è detto contrario. Questi dati sono stati definiti “inaspettati” dal professor Frédéric Mérand, esperto di scienze politiche dell’Università di Montreal, il quale ha sottolineato che il tema non era mai stato seriamente discusso prima d’ora.
Le barriere giuridiche
Nonostante il crescente entusiasmo, esistono ostacoli giuridici insormontabili. L’adesione all’UE è riservata agli Stati europei, come stabilito dall’Articolo 49 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. La portavoce della Commissione Europea, Paula Pinho, ha commentato i risultati del sondaggio con curiosità, ribadendo che il modello europeo esercita grande fascino, ma che l’ingresso del Canada nell’UE non è un’opzione realistica. Tuttavia, ciò non impedisce di rafforzare la cooperazione in ambiti strategici.
Collaborazione nel settore della difesa
Uno dei settori in cui il Canada e l’UE stanno intensificando la loro cooperazione è la difesa. Secondo il New York Times, Ottawa è in trattative avanzate per diventare un partner di ReArmEU, il piano dell’Unione Europea che prevede finanziamenti per l’acquisto e la produzione di armamenti. Al momento, Paesi come Albania, Ucraina, Giappone e Corea del Sud sono coinvolti, mentre Regno Unito, Turchia e Stati Uniti ne sono esclusi. Bloomberg ha riportato che un accordo tra Canada e UE su questo fronte potrebbe essere raggiunto in tempi brevi.
Parallelamente, l’ambasciatrice canadese in Italia, Elissa Golberg, ha scritto ai ministri italiani dell’Economia, degli Esteri, della Difesa e delle Imprese, esprimendo la volontà del Canada di rafforzare urgentemente la collaborazione con l’UE. La lettera menziona piani per l’acquisto di mezzi militari come sottomarini, caccia e carri armati da fornitori europei. Inoltre, il Canada offre tecnologie avanzate in settori come droni, comunicazioni satellitari, intelligenza artificiale e sicurezza informatica, supportate dalla sua ampia disponibilità di minerali strategici come nichel, cobalto e litio, essenziali sia per la difesa che per l’industria cleantech.
Ripensamento sugli F-35
Un altro tema che influenza le relazioni tra Canada e UE è l’acquisto di caccia F-35 di produzione statunitense. L’Associated Press segnala che diversi Paesi europei e il Canada stanno rivedendo i loro piani di acquisto, a causa dell’incertezza sull’affidabilità degli Stati Uniti e sulla dipendenza da componenti e aggiornamenti americani. L’Unione Europea, attraverso il programma ReArmEU, sta promuovendo l’acquisto di aerei da combattimento prodotti in Europa.
Il nuovo primo ministro canadese, Mark Carney, ha chiesto una revisione del piano di acquisizione degli F-35 e ha scelto di visitare Londra e Parigi prima di recarsi a Washington. Il Canada stava già valutando alternative come i Gripen prodotti dalla svedese Saab, mentre la tedesca ThyssenKrupp ha avviato attività di lobbying a Ottawa per la fornitura di sottomarini.
Collaborazione economica e commerciale
L’elezione di Trump e il suo orientamento protezionista rappresentano un ulteriore incentivo per il Canada a rafforzare i suoi legami economici con l’UE. Il CETA, l’accordo di libero scambio tra Canada e Unione Europea, è già in vigore, sebbene non sia stato ancora ratificato da dieci Paesi, tra cui l’Italia. Negli ultimi mesi, sia i rappresentanti canadesi che quelli europei hanno sottolineato la necessità di approfondire la collaborazione commerciale.
Un altro passo significativo è stata l’adesione del Canada a Horizon Europe nel luglio 2024, che consente a ricercatori e istituzioni canadesi di partecipare ai programmi scientifici dell’UE alle stesse condizioni dei Paesi membri. Questo è un aspetto chiave nella competizione globale sull’innovazione, soprattutto considerando che gli atenei statunitensi stanno perdendo appeal a causa delle politiche dell’amministrazione Trump.
Convergenze politiche e culturali
L’Economist ha evidenziato diversi elementi che accomunano il Canada e l’Unione Europea: una visione economica basata su un equilibrio tra libero mercato e welfare state, una struttura istituzionale complessa con un alto livello di tassazione e qualità della vita, e un forte impegno su temi globali come il contrasto al cambiamento climatico, l’abolizione della pena di morte e l’opposizione all’aggressione russa. Con gli Stati Uniti che sembrano sempre più ritirarsi dal ruolo di guida del cosiddetto "mondo libero", il rafforzamento dei legami tra Paesi con valori condivisi diventa sempre più rilevante.
Alternative all’adesione
Anche se il Canada non potrà mai diventare un membro dell’UE, esistono altri modelli di cooperazione che potrebbero essere presi in considerazione. Il professor Mérand suggerisce di ispirarsi agli accordi già esistenti con Regno Unito, Norvegia e Svizzera.
- Modello britannico: garantirebbe la continuità delle relazioni commerciali con l’UE senza modifiche sostanziali.
- Modello norvegese: consentirebbe l’accesso al mercato unico, ma imporrebbe costi elevati e l’adozione di regolamenti europei senza possibilità di influenzarli.
- Modello svizzero: prevederebbe accordi bilaterali su misura, ma i negoziati sarebbero lunghi e complessi.
In definitiva, anche senza un’adesione formale, il Canada può consolidare il suo rapporto con l’UE attraverso una cooperazione strategica sempre più stretta.
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