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martedì 26 giugno 2018

BREXIT E FT1000: MILANO TRA LE CITTÀ A CRESCITA PIÙ RAPIDA. STEFANO PIGOLOTTI SPIEGA IL PERCHÉ DI UN SUCCESSO

La Brexit si avvicina, nonostante le manifestazioni dei giorni scorsi, che hanno visto riunirsi più di centomila persone a Londra per richiedere un nuovo referendum per confermare o meno la volontà di uscire dall’Unione Europea. Fra le indecisioni e i tentennamenti della politica e la difficoltà riscontrata nel trovare un accordo sull’uscita dall’UE, le aziende non hanno perso tempo e hanno iniziato a trasferire le loro sedi sul continente, in modo da restare nell’Unione. 


Chi viene avvantaggiato dall’uscita del Regno Unito dall’UE è la Francia, che si è velocemente riposizionata come “corporate hub”. La seconda edizione della classifica “FT 1000”, che ordina le imprese in relazione alla crescita delle loro entrate tra il 2013 e il 2016, rivela infatti che Londra ospita ancora 74 imprese, ma a breve distanza troviamo Parigi, con 62 aziende. Milano è stata scelta da 25 delle 1000 aziende a crescita più rapida. Si tratta del risultato migliore dopo quello di Londra e Parigi.

Il tessuto di imprese lombardo, spiega l'imprenditore Stefano Pigolotti, a margine degli incontri di miglioramento ed evoluzione personale targati Skills Empowerment -  propone un modello che cavalca l’emergere di nuovi bisogni legati agli Under 30, sull’onda della società liquida e della sharing economy. Intorno al property finding fioriscono tante start up ma è solo grazie all’affidabilità e alla solidità che la realtà milanese è riuscita a confermare la sua posizione nel settore. Possiamo dire che con le imprese che partecipano ai nostri corsi siamo felicemente in controtendenza a livello nazionale. Osservando la classifica, notiamo che le aziende migliori appartengono alla nostra area di competenza

Nonostante questi dati, i CEO di nove aziende su dieci sono ancora convinti che la capitale britannica resti ancora un posto eccezionale per fare business, specialmente per le aziende tecnologiche e creative. Il problema è legato alla mancanza di chiarezza relativa agli accordi sulla Brexit tra il Regno Unito e i suoi partner dell’Ue. La premier May continua a dirsi fiduciosa di poter raggiungere un’intesa vantaggiosa, ma il suo ministro del Commercio Estero Liam Fox, un brexitiano di ferro, ha ribadito che il Regno Unito potrebbe uscire dalla Ue “anche senza alcun accordo. 

Kate Bell, responsabile della politica economica e sociale per il Trades Union Congress, ha detto che procedere a una Brexit nel migliore dei modi è la priorità assoluta, se Londra vuole continuare ad attirare start-up.

Ciò significa assicurarsi che non ci siano barriere per gli scambi commerciali del settore manifatturiero e dei servizi - ha aggiunto -. Non possiamo permetterci di arrivare a un’intesa finale che renda più complicato alle aziende tecnologiche con sede a Londra fare affari nell’Unione europea. 

Kate Bell ha anche detto che l'accordo non dovrà neppure rendere più difficile ai gruppi tecnologici e ai centri di ricerca con sede a Londra trovare dipendenti e assumere personale.

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